“È la nostra nuova normalità, un alfabeto che la nostra famiglia impara giorno dopo giorno”
Anna è una madre che ha perso la figlia primogenita, Anna è una madre che incolpa gli altri per ciò che è successo, ma Anna è anche una madre che si è arresa, ha perso la speranza di poter rivedere l’adorata figlia.
Ma in una tranquilla sera estiva, le cose cambiano, qualcuno bussa alla porta di casa Whitaker e sulla soglia, dall’altra parte, c’è una ragazza con lunghi capelli biondi e un viso provato dalla vita; un viso familiare che Anna immediatamente riconosce: è Julie, la figlia scomparsa otto anni prima.
Eppure c’è qualcosa di strano, qualcosa che ad Anna non quadra, dentro di lei si insinua il dubbio che quella ragazza che tanto somiglia a Julie fisicamente, che vive nella loro casa e che è apparsa nella loro vita, potrebbe non essere sua figlia. Anna non può che domandarsi cosa abbia vissuto quella ragazza, così uguale eppure così diversa dalla figlia scomparsa.
Finché Anna non verrà contattata da un investigatore privato che le porterà ulteriori dubbi e dovrà decidere se fidarsi della o del suo istinto per scoprire la verità.
Tutto il romanzo si sviluppa intorno a due aspetti fondamentali e profondi dell’uomo, il buio e la luce.
Il buio è la paura, la più grande e profonda, che ogni genitore porta dentro di sé: quella di perdere una figlia, la paura che qualcuno profani la tua casa e che porti via ciò che hai di più caro al mondo, il sentirsi impotenti e non aver fatto abbastanza per proteggerli.
E poi la luce: il coraggio, il coraggio di cambiare sé stessi, il coraggio di trasformarsi e tirare fuori la forza dentro di noi per poter affrontare le sfide a cui la vita ci sottopone.