“La neve sotto la neve aveva rivelato il suo segreto”
A Tallin era cosa nota: il quartiere dei vecchi baraccamenti di Kopli è la terra di squatter, spacciatori e malviventi e nessuno aveva mai il coraggio di avvicinarcisi.
È un posto terribile, in cui nessuno dovrebbe vivere né tantomeno morire: ma è proprio lì che il cane dell’anziano Jack Israael, Kelev, fiuta qualcosa e scopre il cadavere di una bellissima e giovane ragazza.
Il corpo è stato adagiato con cautela su un vecchio divano logoro, ma senza il fiuto sopraffino dell’animale, probabilmente il corpo non sarebbe stato ritrovato, perché la neve, così bianca e candida, l’aveva completamente ricoperto, nascondendo così il corpo ma anche ogni traccia e indizio.
Il caso viene affidato all’ispettore Marko Kurismaa, un personaggio con un carattere forte, un grande intuito e due grandi segreti: la narcolessia, contro la quale combatte fin da giovane, e la sua relazione con una collega, l’Ispettrice Kristina Lupp, che dirige la Sezione Crimini Domestici e Violenze sulle Donne, anche lei affidata al caso.
Iniziano così una caccia all’uomo che si rivela essere una vera e propria corsa contro il tempo, perché la vittima aveva delle compagne e anche loro sono in pericolo; ma ogni volta che la squadra si sente vicina a trovare il colpevole (o i colpevoli) qualcosa sfugge, un piccolo indizio o un dettaglio che non sono riusciti a comprendere a fondo; come se la neve non avesse rivelato ogni cosa ed è necessario allora scavare più a fondo per trovare la verità.
Nel complesso è un ottimo racconto, lo stile di scrittura non è pesante o eccessivamente elaborato. Nella prima parte del racconto la narrazione risulta un po’ lenta, tuttavia, nella seconda parte riesce a riscattarsi e a lasciare il lettore più che soddisfatto.
La violenza sulle donne è il tema principale attorno a cui gira tutto il romanzo, un tema sociale molto sentito dall’autore, che sceglie di raccontarci ciò che lui vede quotidianamente in qualità di editorialista e lo fa attraverso gli occhi dell’ispettrice Lupp, ispettrice e psicologa, dai valori profondi e radicati nell’animo, che crede fermamente nel suo lavoro e nella sua causa, aiutare le donne vittime di violenza.
“< Non credevo odiassi le prostitute >
< Non le odio, ma tendo a distinguere tra chi fa il mestiere per necessità e chi capitalizza la miniera d’oro su cui è seduta; e poi il loro atteggiamento rende molto più difficile il mio lavoro. >
< In che senso? >
< Sai cos’è la prima cosa che perde, una donna vittima di violenza fisica e psicologica? Il rispetto per se stessa. Le escort fanno apparire normale questa perdita di rispetto per sé e allora le donne abusate si convincono che non c’è niente di anomalo, che i rapporti tra uomo e donna sono regolati dalle leggi di mercato, e siccome loro non sono né giovani né belle come quelle che si vedono su internet, dai loro uomini non possono pretendere nulla, nemmeno un po’ d’amore >”
NON È AMORE SE TI PICCHIA.